I RITO DEL TE NEL DESERTO

Offrire il tè, per i Nomadi, è una delle tante espressioni del loro senso dell’ospitalità, dell’accoglienza, dello stare insieme. In più, per loro, preparare il tè è un vero proprio rito, una cerimonia che richiede persino l’abito giusto. E’ un tè verde cinese, profumato da foglie di menta. Viene fatto bollire tre volte, aggiungendo nuova acqua, per ottenere tè di concentrazione sempre minore, un rito pieno di significato.
" Il tè Tuareg, infatti, viene bevuto tre volte: il primo giro di tè amaro come la morte, il secondo dolce come la vita e del terzo delicato come l’amore."
Al termine di ogni bollitura si aggiunge lo zucchero che viene fatto sciogliere travasando per diverse volte il tè, con incredibile abilità, da una teiera ad un’altra, ben distanti tra loro. La miscela, densa di zucchero, passa da un recipiente all’altro formando visivamente un fluido compatto e senza perdere una goccia. Si riempiono i bicchieri e il contenuto di ogni bicchiere viene più volte travasato e assaggiato. Alla fine si forma una abbondante schiuma. Intanto viene aggiunta acqua alle foglie già utilizzate, solo un pizzico di nuovo tè, qualche foglia di menta ed altro zucchero. Poi ancora acqua, zucchero e tanta menta ed è pronto anche l’ultimo decotto. Il rito del tè si ripete più volte al giorno, in mezzo al deserto nelle pause sotto il sole oppure la sera dopo cena, sotto il cielo stellato, quando si ha tutto il tempo di ammirare e di degustare in silenzio.
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Occorrente :
* Alcuni bicchierini di vetro, piccoli alti e stretti, come quelli che i nostri per superalcolici. quelli arabi sono decorati da motivi geometrici dorati.
* Minemo 2 teiere di metallo smaltato da poter mettere sulla brace ardente.
* 1 pentolino alto e stretto con manico come quello per scaldare il latte.
* 3 cucchiai colmi di tè verde cinese per ogni ciclo di tre tè.
* zucchero comune.
* Fuoco con brace.
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Mettere le foglie del tè in una teiera e riempirla, non fino all’orlo, di acqua fredda. Attenti che le foglie si gonfieranno e prenderanno il posto restante nella teiera. A fine serata avevo al fianco una piccola duna nera di foglie di tè. Scaldate la teiera con le foglie per 20 minuti (!) sulla brace. Passate lentamente il tè nella teiera vuota, sbattendola ogni tanto sulla sabbia per liberare il beccuccio intasato dalle foglie. Riempite di nuova acqua fredda la teiera con le stesse foglie e metterla sulla brace per preparare già il secondo giro.
Con la teiera senza foglie ma con il tè cominciate a passarla nel pentolino e viceversa per produrre la schiuma di corredo ad ogni bicchierino. Durante il primo passaggio nel pentolino aggiungerete lo zucchero per circa 3 cucchiai. Assaggiate il tè durante i passaggi di schiuma per regolarne la dolcezza. Il barman sarà l’ultimo a bere il tè perché è l'ospitalità è sacra. Il primo tè sarà molto forte ed il sapore ricco di tannino sarà la sua caratteristica. Nei vari passaggi per produrre schiuma sarà necessario alzare la teiera o il pentolino anche fino a 50 cm mostrando non poche capacità acrobatiche. Si comincia a versare il tè a breve distanza, si alza il contenitore sempre di più per poi ridiscenderlo alle ultime gocce. Divenendo più esperti azzarderete nella distanza tra i due contenitori. Vi potete immaginare la faccia dei miei compagni libici quando io ho disperso qualche goccia di prezioso tè sulla sabbia.
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