Grand Erg Oriental

Grand Erg Oriental

INTERVISTA à Hédi Bel Haj Brahim

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INTERVISTA 
à Hédi Bel Haj Brahim

 

02 gennaio 2005

Biografia

Coautore del Sahara Tunisino “ Guida ai pozzi e alle sorgenti ” (mi ha fatto vedere righe dedicatogli da altri e quelle da Zecchini come dimostrazione). 18/20 anni alla ricerca delle radici dei Marazighi.

Ora lavora sul progetto del recupero oggetti storici per creare un museo e un archivio.

Nel souk da 24 anni vende tappeti e oggetti artigianali di pregio.

Organizza escursioni nel deserto.

Ha un suo sito legato à ..............

Presentatomi da Salah, artista e scultore.

Stiamo parlando della nostra esistenza qui nel mercato (souk). Io studiavo fino agli anni ’80 e ho raggiunto la terzo media. Al primo anno della terza media ho dovuto lasciare la scuola perché il mio padre e il mio nonno ha avuto una malattia che faceva tremare tutto (Parkinson), e aiutarlo in questo negozio. In quell’epoca non parlavo l’italiano.

 

Era iniziato a fare le scarpe che lui, durante l’occupazione francese, siccome hanno distrutto la casa del suo padre (del nonno) quindi ha fatto la liberazione, allora era uno della resistenza. Allora aveva la pena di morte e quindi ha dovuto scappare e andare in Libia. In Libia è rimasto 13 anni e mezzo, E’tornato qua a Douz dopo l’indipendenza, ha portato un bellissimo lavoro che sono le balgha[1], le scarpe sahariane, ha  fatto un laboratorio dove ha fatto lavorare 6?13? Persone e dopo un ‘po di anni, penso nel ‘68  ha lasciato stare questo laboratorio e quindi la gente che lavorava per lui hanno fatto tutti dei negozi. Sono contentissimo di vedere più di 30, 40 negozi che fanno le scarpe. Qua sto parlando di come io sono qua. I primi anni quando io lavoravo con lui, ho visto che non si guadagnava molto. Allora ho iniziato a prendere qualcosa, un tappeto, un souvenir del deserto, erano altri tempi. Altri tempi. Ho fatto un negozio. Quando uno è serio può andare alla lunga. Per questo sono 24 anni che siamo qua.   

  

In quegli anni lì, un anno, nell’82 o ‘84 un giorno è venuto Marino Zecchino[2] col figlio e si parlava di turismo, di come si può far venire più turismo. Abbiamo parlato della cultura e abbiamo deciso insieme di fare questo libro. Sono molto contento di averlo fatto. Perché è un libro che fa un punto fermo sul passato. Questo è quello che io penso di quel libro lì.. Peccato che l’idea iniziare era di fare più libri, fare cartografia della zona, costruire un po’la storia della zona, trovando della gente perché tutta la gente ha un piccolo tesoro di materiale scritto, si trova tante cose, episodi che la gente ha. Mi fa mal in cuore quando vedo un pezzo partire in Europa. In più la storia scritta, perché c’è gente che ha della documentazione molto vecchia e la prova è qua. (fa vedere documento del marabutto…) Questo è il Marabutto di Douz nel 1493, un anno dopo la scoperta dell’America. Un documento come questo, fra 10 anni va perso, si rovina. Allora facendo questo centro, è un passo in avanti nel senso che la gente si rende conto di questo. Viene lei stessa perché sanno a darti il documento perché sanno che tu lo conservi. 

Il progetto sta andando avanti in qualche maniera?

No, perché era un complesso di un insieme di cose. Adesso che abbiamo fatto questo, è successo, quello che è successo, la gente non ha fiducia, ha più paura.

(Fa vedere “Parcours des Merazig”) Questo è importante. Sono due. Uno è  un po’generale. Ll’altro è un dizionario della lingua dei Marazig, la parola cosa vuol dire Che proprio che dà un senso storico della lingua locale. Adesso non lo parlano più, sparito come lingua. E poi ha tanto di lingua non dialetto, lingua. Si può parlare di tante cose. Questo ha avuto una libreria in Francia. Come biblioteca. Per la vendita. Però l’ho incontrato qua. Lui ha fatto tantissimi deserti alla ricerca. Allora questo è stato l’unico a fare più tragitti col dromedario è stato in Mauritania, la Tunisia, la Libia, Egitto.

Hanno interesse la possibilità per poter girare  Difficile trovare queste combinazioni.

Salah ha parlato di film, un film italiano fatto bene. Un registro italiano suo primo film che ha fatto più di cento documentari, nel corso degli anni, bene sulla storia di suo film, al centro la storia di padre Foucault, quello 1905 è andato a fare l’eremo nel sud Algerino nel popolo Tuareg. Lui è stato assassinato nel 1916 dai Tuareg perché pensavano che era una spia durante l’occupazione quando c’era la guerra. Allora in questo film, c’è padre Foucault e la sua storia, la storia di un nobile Tuareg, c’è la storia di tutte le carovane commerciali, in più c’è la storia dei francesie che hanno voluto venire qua, che hanno pensato di fare una linea di treno che parte da Algeri fino a Sud Africa.

 

Imperialismo inglese francese in concorrenza tra loro

Allora c’è le quattro religioni del deserto: Islam, Ebraismo, Cristianesimo e l’Induismo. Ha girato questo film che è molto interessante per me, penso che è una bella storia. Una storia vera per la televisione italiana. E’finito ma non ancora stato messo in circolazione a Roma.

 

Com’era la vita qua sotto l’occupazione francese? (Significato Festival nel 1910.)

Questo era la corsa. Non era chiamato il Festival ma la Festa del Dromedario. L’elemento più importante era il dromedario. Qua era una fortezza militare. I Marazig erano in maggioranza nomadi. L’occupazione francese per controllare questi nomadi hanno dovuto fare un mercato, ingrandirlo, fare palmeti, la scuola, aiutare la gente a fare le case, li obbligavano a lasciare il deserto e venire ad abitare qui. Questo è stato il primo passo. Per fare questo, hanno dato come obbligo se non venire a fare questo, paghi ogni settimane, il lunedì una tassa forte. Quindi la gente ha dovuto venire a vivere qua. E’stata una cosa forzata. Dopo hanno creato il Corpo Militare del Sahara dei Marazig per combattere per i francesi nella prima guerra mondiale e anche alla fine del’43- Quindi la gente, molta gente si è staccata e ha fatto la Resistenza. Io ho registrato il racconto di questo. Due cassette  Una cosa che tengo molto. Di cosa ha fatto in tredici anni di battaglie (tra 1943 e l’Indipendenza nel 1956) il tempo di partire trecento, poi ritornare le battaglie. Raccontare le battaglie sono state tante.

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Com’era l’atteggiamento dei francesi verso la vostra cultura e tradizioni?

Le persone non sono mai uguali. C’è chi apprezza le tradizioni capire usanze. Alcuni sono anche contenti di conoscere questo popolo nel suo fondo. Allora per capirlo, bisogna capire la tradizione, la cultura, le usanze, allora forse per questo hanno organizzato anche il reggimento per avere una conoscenza generale della gente.  Secondo me per questo i francesi hanno fatto questo, per capirli bene. Per esempio, nel passato fino al ’43, ci stavano gli ebrei, c’erano tante persone ebree che vivevano in mezzo alla gente, c’avevano le case, i negozi, la sinagoga ebraica sono entrati in mezzo alla gente, e adesso vengano ogni tanto per vedere le loro case, i loro ricordi ….

Il Festival ha preso piede forte sul resto del mondo da Bourguiba in poi. Prima di Bourguiba era il Festival della popolazione, Dopo è diventato anche degli altri, una sorte di far vedere anche la propria cultura agli altri. In questi ultimi 20 anni è diventato grandissimo e se lo fanno bene diventa più grande ancora.

Quando era all’inizio era per il piacere personale, dopo è diventato commerciale. Tutte le cose hanno due lati.

 

Dove la linea di confine. Quest’anno c’è già una differenza rispetto all’anno scorso?

Forse perché chi l’ha organizzato non è istruito culturalmente. Lo stanno distruggendo in questo modo e lo dico con voce alta. Sta cambiano ogni anno. Diventa un carnevale. In questo modo lo stanno distruggendo. Non dò la colpa a nessuno perché da qualche anno il direttore (non buono passo di diventare parlamentare) sindaco adesso non più è diventato parlamentare e questo passo che ha fatto e che lui ha fatto non è fatto tentato di fare, se ne frega del Festival si ha diventare qualcosa.

 

Ha fatto la scuola per i ragazzi.

Conosco di   Allora ogni anno egli fa sei mesi di scuola per 120 ragazzi. Li porta in Italia. Fanno altri 3/4 mesi a Roma in una scuola, poi smistano in nord Italia per varie fabbriche, vari alberghi e vari lavori, però la maggioranza non è in regola. Fra quei ragazzi che sono andati fin ora forse i più svegli, che hanno capito sono in regola e certi sono tornati qua. Quindi questa ammazza la speranza. Allora non prometti niente, quando sai che non puoi fare niente. Lui fa il prete a Roma. So che tanti ristoranti dove danno a mangiare ai poveri. S. Egidio. Lo fa a un popolo povero per ammorbidirli. Perché non l’hanno fatto a un altro popolo? Perché non l’hanno fatto a Tunisi a un altro popolo. Tanti anni ha capito ragazzo ha trovato la       Questa è la rovina dei giovani. Ha preso un giovane per un anziani vent’annni Sposato con un’europea che ha 76anni. Ha detto che questo non è giusto che un giovane non deve rovinare la vita, per avere la cittadinanza, Per quello che lui ha organizzato i giovani a Douz, questo è copertura

 

Erbe. Tutti vanno da soli, questo non è bene perché lasciano plastica, scatolami. E poi tagliano gli alberi per fare fuoco perché fa freddo. L’acqua calda…..

 

La scuola coranica        

Scuola coranica. Una volta si chiamava la scuola bianca, qualcosa di pulito, perché una scuola quando escono gli allievi di questa scuola vanno a studiare uno di questi ossessionati andato a insegnare poi in Mauritania e sono le scuole più famose del mondo. E’stato fondato nel 1800 qualcosa. Poi c’è stato un calo durante l’occupazione francese di questa scuola e adesso ha ripreso di nuovo, quindi uno ha fatto di tutto per costruirla. C’è  stato un po’ allievi. (foto ns) c’è educazione, coranica. Adesso è diventata più grande, l’hanno costruito con ristorante, abitano lì, studiano lì. Penso che ci sono da 18 o 19 governatorati n diversi regioni  C’è la scuola coranica prima della scuola statale. Adesso può continuare con la scuola coranica è riconosciuta.

 

Tuo nonno che è andato  .

Non il mio nonno, ma il mio bisnonno che ha fatto 70 viaggi. Prima  l’ha fatto per andare alla Mecca per andare e tornare è stato forse il più lungo viaggio[3]. Poi un altro (viaggio), è tornato qua che è mancato moltissimo. Qua a Douz una volta,  l’incontro lo fai o al mercato o alla moschea. Majoub,.la moschea più famosa di Douz dove c’è questa scuola coranica  Li vicino alla moschea tra una preghiera e un’altra, tutti i vecchi parlano di tutti  C’è uno che gli chiedeva: “Dove sei stato, sei mancato molto” Lui ha risposto “Se vi dico dove ci sono stato, mi prendi per un bugiardo”.  Allora ha insistito la gente e lui ha preso questa cosa di dire i fatti del viaggio, le definizioni e ha iniziato a rispondere e ha detto: “Io sono stato dove l’ombra è all’incontrario di qua, dove la cammella fa il piccolo in agosto e dove il cammello maschio è in calore in agosto, invece l’ombra qua       parli là lo fa dall’altra parte, quindi è passato l’Equatore. In quei tempi lì, la gente non capiscono Adesso noi lo capiamo. La cammella per esempio qua fa il piccolo a gennaio, a dicembre e lì lo fa in agosto, in una stagione diversa e quindi secondo me, partendo    sud per sotto l’Equatore,     Sudan, Ciad e quelle parti lì. Erano altri tempi.  Erano altri tempi. Non c’erano le strade perché non c’erano le macchine. C’erano i percorsi delle caravane .

 

Lorenzo

Organizzava viaggi Tunisia, Algeria  Nella testa Douz e ha fatto campeggio. Poi due o tre anni fa ha fatto entrato socio italiano. Così ha fatto un altro campeggio vicino a Tozeur, fatto altro campeggio di là ingrandito e poi si è messo ristorante al campeggio dove ha speso tanti soldi, pensando che fosse molto lavoro. Non ha tenuto conto della mancanza del denaro, investimento, assegni in giro. Soldi in banca Per trovare soldi è stato strangolato economicamente. Di lì ha trovato una socia, una signora francese che adesso gestisce il campeggio. L’anno scorso ha preso otto mesi di galera, essendo allora fatto otto mesi a Gafsa. Appena uscito è andato in Italia dove ha fatto altri assegni. E’ stato a Tunisi in galera, poi ha chiuso il campeggio a Tozeur. Qua sta gestendo la signora francese il campeggio. Quando uno apre le ali, se non sai volare, cadi. Tantissimi amici tutti mi dicono fare l’agenzia, fare l’altro. Io so vendere tappeti, faccio un po’la guida,  l’accompagnatore, non sono una guida, non sono una guida perché la guida privata non esiste, accompagnatore sahariano perché conosco bene il territorio. Guadagno abbastanza.  

 

Non funziona idea di ospitare nelle famiglie perché problemi culturali.



[1] Calzatura sahariana tradizionale di pelle con bei ricami proveniente dalla Libia. (v. p. 92)

 

[2] Zecchini autore del libro “Deserto del Sahara –pozzi e sorgenti” insieme a Hedi

[3] Haji è una persona che ha fatto il pellegrinaggio alla Mecca e quindi lui e i suoi successori portano questo titolo stimato. Cfr. The Rough guide Tunisia, p. 534



21/11/2013
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